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Letojanni. Fermato un 18enne per l’omicidio di Massimo Canfora  

I carabinieri hanno fermato su ordine della procura di Messina B.F., 18 anni, indagato per l’omicidio di Massimo Canfora, 56 anni, operatore ecologico trovato morto ieri in casa, con ferita da arma da taglio, a Letojanni, in provincia di Messina. Nel corso della notte, i Carabinieri della Compagnia di Taormina – al termine di serrate indagini scaturite a seguito del ritrovamento del cadavere di Massimo Canfora originario di Letojanni, all’interno della propria abitazione, situata a Letojanni, nella centralissima via Nenzi .9 – hanno dato esecuzione ad un decreto di fermo di indiziato di delitto, emesso dalla Procura della Repubblica di Messina – nei confronti del 18enne residente a Letojanni), sul cui conto il Pubblico Ministero procedente ha riconosciuto gravi indizi di colpevolezza in ordine al reato di omicidio aggravato.

Il procedimento si trova nella fase delle “indagini preliminari” e per gli indagati vale il principio di non colpevolezza sino alla sentenza definitiva, ai sensi dell’art. 27 della costituzione. In particolare, i Carabinieri del Comando Stazione di Letojanni, supportati dai colleghi del Nucleo Operativo della Compagnia di Taormina, dopo aver ricevuto telefonate dei vicini che li informavano di una lite in via Nenzi, sono immediatamente intervenuti sul posto dove rinvenivano il corpo esanime di Canfora, all’interno della propria abitazione, con plurimi ed evidenti segni di arma da taglio sul corpo.

I primissimi accertamenti, svolti dai Carabinieri della Compagnia Taormina, mediante l’escussione di alcuni testimoni hanno portato gli investigatori sulle tracce di un giovane che era stato notato allontanarsi velocemente dall’abitazione della vittima poco prima dell’arrivo dei soccorsi.

I militari dell’Arma, basandosi sulla profonda conoscenza del territorio, sono riusciti a risalire all’identità dell’uomo che è stato rintracciato, dopo poco, presso la sua abitazione di Letojanni, con una vistosa ferita di arma da taglio sulla mano, ancora sanguinante. I carabinieri hanno deciso pertanto di eseguire una perquisizione domiciliare nei suoi confronti, rinvenendo nella sua disponibilità alcuni indumenti sporchi di sangue, che sono stati sottoposti a sequestro per le successive analisi di laboratorio. La contestuale visione delle telecamere di videosorveglianza ubicate presso alcune strutture ricettive lungo la via di fuga percorsa dal giovane, hanno permesso di stabilire la compatibilità degli indumenti rinvenuti presso la sua abitazione con quelli da lui indossati nel momento in cui è stato ripreso dalle telecamere poste in prossimità della scena del crimine, sebbene il giovane appena giunto presso il proprio domicilio si fosse cambiato d’indumenti, verosimilmente al fine di eludere le indagini.

Il sopralluogo effettuato dagli uomini del R.I.S. dei Carabinieri di Messina ha permesso di repertare diverse tracce ematiche all’interno dell’abitazione della vittima e di rinvenire a fianco al cadavere l’arma del delitto, ovvero un coltello da cucina con una lama di circa 10 cm, ancora intriso di sangue.

L’uomo è stato, quindi, accompagnato presso gli uffici della locale stazione dove è stato interrogato dal Sostituto Procuratore della Repubblica di Messina in presenza del proprio legale di fiducia e ha fornito la sua versione dei fatti.

Il Pubblico Ministero, sulla base di una prima valutazione delle fonti di prova acquisite e ritenendo la ricostruzione fornita dal giovane in contrasto con le dichiarazioni testimoniali acquisite dagli investigatori, avendo ravvisato il pericolo che, nelle more del procedimento, l’indagato possa darsi alla fuga o fruire di connivenza e protezione in ambienti criminali o familiari, anche in ragione delle sue origini tunisine, ha emesso un provvedimento di fermo d’indiziato di delitto nei confronti dell’indagato. 

Il provvedimento è stato notificato al giovane nel corso della notte dai Carabinieri della Compagnia di Taormina e lo stesso è stato tradotto presso il carcere di Messina Gazzi in attesa della convalida da parte del GIP.

Sono ancora in corso ulteriori accertamenti finalizzati, fra l’altro, a chiarire il movente del fatto omicidiario e tesi ad escludere l’eventuale coinvolgimento di altri soggetti.

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