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Caltanissetta. Ospedale Sant’Elia, Pronto Soccorso, Teresa: Macelleria Sociale!  

Di Danila Bonsangue. 

Teresa Giambri, 57 anni di Caltanissetta racconta cosa le è successo all’ospedale Sant’Elia, riporto le sue testuali parole: “ 2 agosto vengo trasportata in ospedale alle ore 15,00, alle ore  15,20 consulenza medica, riferisco che sono trombofiliaca, che ho avuto 2 trombosi, di essere ipovedente, di essere sotto terapia tao, di avere mutazioni genetiche per quando riguarda la coagulazione, dilatazione vie biliari, cavernoma portale, splenomegalia. Riferisco di avere dolori forti alla schiena, basso ventre, fianchi, di avere inr a 5,10. Riferisco di essermi recata in pronto soccorso per il monitoraggio dell’inr, è che l’ematogo del policlinico di Palermo mi aveva sospeso il comadin. Riferisco anche di essere presa in carico dall’Ismett di Palermo per la situazione epatica, la trombosi portale, cavernoma, dilatazione via biliare ecc ecc. Mi viene fatto alle 15,30 prelievo sangue. Verso le 16,30 viene un infermiere dicendomi che doveva farmi una somministrazione di vitamina k, chiedo perché, mi dice non lo sa, che lo ha stabilito il medico. Gli dico che voglio parlare con il medico. Chiedo al medico perché vuole farmi la vitamina k mi riferisce che il mio inr è salito a 6,20. Il mio range deve essere tra 2/3. Naturalmente incomincio ad innervosirmi, hanno il vizio di non parlare con i malati, si arrogano il diritto di decidere quello che vogliono senza metterti a conoscenza dei rischi, benefici. Rifiuto, dico che voglio una consulenza ematologica. Il medico era sin dal primo momento ostile nei miei confronti, sgarbata, presuntuosa. Avendo forti dolori chiedo anche un epatologo mi viene detto che non c’è. Allora chiedo al medico di trasferirmi all’Ismett mi risponde che lei non può, che doveva essere l’ematologa a trsferirmi. Naturalmente continua con le sue ostilità nei miei confronti. Dato che l’Ismett è un centro trapianto fegato. Sono le 18,00 sono stanca, sto male capisco che non avrò nessun aiuto. Sento in torno a me persone che piangono, soffrono, chiedono aiuto, sento sempre la stessa risposta sia dagli infermieri che dagli osa: Ora vengo. C’è tanta sporcizia, pronto soccorso pieno di malati ricoverati, altri in attesa come me di aiuto. Chiamo le forze dell’ordine voglio  la consulenza di un ematologo. Devo fare i complimenti alla signora che rispondeva perché molto gentile più di una volta mi ha chiuso il telefono. Mi arrendo esco fuori ho bisogno d’aria, al pronto soccorso non ci sono finestre, solo degrado, ostilità, sono stanchi, ma noi malati che colpa ne abbiamo. C’era una stanza con tanti lettini, dove nessuno di noi entrava perché essendoci 4 positivi non avevano sanificato, tutti in piedi ore e ore. Alle ore 20,00 una chiamata dei carabinieri mi dice di rientrare perché c’è l’ematologa che mi aspetta. Finalmente ho il colloquio con lo specialista anzi sono due. Parliamo, mi fanno domande inerenti alla mia salute, alla mia condizione. Lasciano indicazioni, al medico di turno, tac encefalo, ripetizione emocromo ed inr per immediata ripresa di coumadin. Ma dalle ore 20,30 alle ore 22,30 nulla. Allora inizio di nuovo il casino. Non ci sono emergenze. Viene fatto alle 22,36 tac encefalo per escludere eventuali eventi cerebrovascolari acuti. Mi viene anche fatta  un’ ecografia addome completo alle 19,00. Ringrazio il medico per la buona volontà, per la gentilezza, ma  una tac con liquido di contrasto era ciò che si doveva fare essendo un cavernoma portale. Alla fine ho rifiutato il monitoraggio dell’inr, ho firmato le dimissioni sono uscita come sono entrata, consapevole che  il pronto soccorso del Sant’Elia è macelleria sociale. Che tutto possono fare tranne aiutare i malati. Adesso tramite laboratorio privato anzi ringrazio Maria e Claudia per il loro aiuto sto monitorando inr, ho mandato i valori a Palermo ed ho indicazioni su quello che devo fare. Forse i miracoli non esistono. Puoi trovare un medico che non ti saprà aiutare non perché è incompetente ma perché non ha umanità, una parola di conforto, un sorriso” Questo è lo sfogo di Teresa che ho riportato integralmente, consapevole di essere soggetta ad un’eventuale denuncia da parte dell’ospedale Sant’Elia, puntualizzando che sono disponibile a concedere il diritto di replica ma che non potrò mai ignorare chi sta male e chiede aiuto e che non potrò mai dimenticare la telefonata ricevuta da Teresa la sera del 2 agosto mentre disperata si trovava al Pronto Soccorso e non riceveva aiuto da nessuno! 

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