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Avviso 22. Tirocinanti vittime del grande bluff della Regione Siciliana.  

Di Danila Bonsangue.

In Sicilia l’ avviso 22 – relativo ai tirocini extracurriculari – finanziato dal Fondo sociale europeo prevedeva un corso formativo per chi ha redditi bassi. Tre le fasce di riferimento: under 35, fino a 65 anni e disabili. In campo circa 25 milioni di euro per percorsi formativi dai quattro ai sei mesi. Fino a dodici mesi per soggetti disabili e svantaggiati. I tirocinanti hanno già concluso la loro esperienza, iniziata a settembre 2019, ma di soldi ne hanno visti ben pochi. Tanto che all’Ars, nei mesi scorsi, sono scattate una mozione ed una interrogazione. 

Il tirocinio Avviso 22 è risultato essere, tra ritardi ed intoppi burocratici, un vero e proprio pasticcio che coinvolge circa 6mila siciliani che da tempo attendono di essere pagati dalla Regione siciliana per il lavoro svolto. Molte pratiche di rimborso delle indennità spettanti risulterebbero in assessorato al Lavoro in fase di monitoraggio e controllo, altre invece in prevalidazione nei centri per l’impiego di appartenenza territoriale. Inoltre i tirocinanti a fine percorso sono rimasti disoccupati, nessuna azienda li ha assunti, l’Avviso 22 invece nasceva per formare e poi occupare. 

Oreste Lauria portavoce dei tirocinanti dell’avviso 22 della regione siciliana dichiara: “Sono trascorsi ormai quasi 3 anni ed ancora oggi i tirocinanti dell’Avviso 22 attendono di essere pagati dall’Assessorato al lavoro. 

Come portavoce i miei non sono certamente attacchi strumentali al dipartimento lavoro, o contro l’assessore competente ne verso il governo regionale, ma rimane il fatto che nessuno ha trovato, o ha voluto trovare, una soluzione a questi cronici ritardi.

Più volte abbiamo sollecitato e chiarito le problematiche burocratiche legate alla vicenda dei pagamenti dei tirocinanti, ma la situazione è sempre rimasta bloccata senza spiegazioni concrete.

Su 1741 tirocini formativi attivati, 1300 sono stati saldati in ritardo dalla regione Siciliana. Ne rimangono però da pagare ancora circa 400.

La regione siciliana nel 2018 emetteva un bando regionale che prevedeva dei tirocini formativi da 6 a 12 mesi retribuiti con 500 Euro al mese rendicontati bimestralmente, con la partecipazione degli enti promotori nonché (APL) fornendo tutor con il compito e l’obbligo degli adempimenti burocratici ed amministrativi per i tirocinanti.

Purtroppo alcune APL sono chiuse e altre invece sono rimaste in assenza dei tutor. 

Ad oggi delle 400 pratiche di rimborso rimaste inevase, 200 tirocinanti del 2019 e 2020 non hanno ricevuto nemmeno un bimestre e per altri 200 tirocinanti sono stati emessi solamente acconti bimestrali. 

Addirittura, a quanto pare, ci sono pratiche che sono rimaste bloccate da intoppi burocratici ed amministrativi che ad oggi non è ancora chiaro se potranno essere sanate e pagate.

Non vogliamo più inutili risposte che servono solo a prendere tempo, è arrivato il momento delle soluzioni che chiudano definitivamente la triste vicende dei tirocinanti dell’Avviso 22.

Se necessario, si pensi anche all’eventualità che la regione siciliana nomini dei tutor supplementari aventi titolo che aiutino a completare gli  adempimenti burocratici amministrativi ai tirocinanti. 

La regione siciliana deve garantire i diritti previsti dalla Costituzione italiana e tra questi il diritto al lavoro è talmente importante per i giovani siciliani che non si può ridurre un intervento come quello dei tirocini formativi ad una beffa.

Non si può non ricevere il pagamento dovuto dopo aver finito da anni il tirocinio, un paradosso tutto siciliano che fa a pugni con l’efficienza europea alla quale dovremmo ambire.

I tirocinanti sono solo vittime di questa situazione e la Regione siciliana non lì può abbandonare facendo inoltre passare l’idea che un avviso regionale serva alle aziende per sfruttare i giovani lavoratori siciliani. Aziende che sono le uniche ad aver beneficiato di lavoratori in modo gratuito.

Lavoratori spesso sfruttati oltre le ore lavorative, non pagati dalla Regione e che hanno dovuto perfino anticipare la spese vive di benzina e pranzi.

Tanti ragazzi senza lavoro avevano riposto grandi speranze in questi tirocini invogliati dall’idea di una giusta formazione, un rimborso delle spese e un futuro lavorativo. Ad oggi questa è rimasta solo una vana speranza.

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