Castrofilippo. A 39 anni dalla strage di via Pipitone Federico, commemorato Salvatore Bartolotta, appuntato del Carabinieri
Castrofilippo questa mattina ha reso omaggio all’appuntato dei carabinieri Salvatore Bartolotta, 39 anni dopo la strage di via Pipitone Federico dove oltre a lui persero la vita il giudice Rocco Chinnici, il maresciallo Mario Trapassi ed il portiere dello stabile Stefano Li Sacchi. Alla cerimonia voluta dall’Arma dei carabinieri, in collaborazione con il comune erano presenti : il comandante provinciale il colonnello Vittorio Stingo, il comandante provinciale della Guardia di Finanza il colonnello Rocco Lopane, il comandante della compagnia carabinieri di Canicattì, Maggiore Luigi Pacifico, il dirigente del commissariato di Canicattì, Francesco Sammartino, il comandante della capitaneria di Porto di Porto Empedocle il Capitano di Fregata Fabio Serafino. Presenti anche il commissario del libero consorzio provinciale di Agrigento, Raffaele Sanzo, il sindaco di Castrofilippo Franco Badalamenti, il suo vice Mariella Acquista, gli assessori , Salvatore Alessi, Tatiana Pletto il presidente del consiglio comunale Salvatore Graci. Ha partecipato il giornalista Felice Cavallaro, Presidente dell’associazione Strada degli Scrittori. La cerimonia ha visto la deposizione di un mazzo di fiori sulla tomba del militare, la celebrazione di una messa officiata dall’arciprete don Gianluca Arcuri ed una visita alla “Scala della Memoria” dedicata a tutte le vittime innocenti della Mafia. Presenti anche alcuni parenti del militare nato a Castrofilippo. All’appuntato Salvatore Bartolotta è stata tributata la Medaglia d’Oro al Valor Civile “alla memoria” con la seguente motivazione: “Preposto al servizio di tutela a magistrato tenacemente impegnato nella lotta contro la criminalità organizzata, assolveva il proprio compito con alto senso del dovere e serena dedizione pur consapevole dei rischi personali connessi con la recrudescenza degli attentati contro rappresentanti dell’Ordine Giudiziario e delle Forze di Polizia. Barbaramente trucidato in un proditorio agguato, tesogli con efferata ferocia, sacrificava la vita a difesa dello Stato e delle istituzioni”.